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L’evoluzione di una città

Un altro aspetto per cui vado decisamente matto, non facendone mistero nel blog, è quello relativo alla trasformazione delle città pugliesi nel corso dei secoli. Tutte le volte in cui passeggio nei centri storici, infatti, lo stupore quasi infantile che provo davanti a un fornice tompagnato è sempre lo stesso.

Cosa c’era lì prima? L’accesso a una strada, oppure a un atrio antistante l’edificio? Figuriamoci poi quando queste tracce sono visibili all’interno di un’abitazione o di un negozio.

Spesso si dice “ah se questi muri potessero parlare!”: in effetti non sarebbe male. Ancora una volta voglio raccontarvi cosa ho ammirato domenica scorsa a Terlizzi.

L’ultima tappa della passeggiata guidata per le vie della cittadina pugliese, intitolata “Alla ricerca della cattedrale perduta” e organizzata dall’associazione “Torre Normanna”, è stata la visita a una casa del centro storico gentilmente aperta per l’occasione dal proprietario. L’edificio in questione si presenta diviso in tre ambienti: uno accessibile dal piano stradale, l’altro sottostante e raggiungibile tramite una ripida scala, l’altro ancora grazie a una scaletta che conduce in un antico pozzo.

Come se non bastasse, ecco che nei primi due ambienti si scorgono in basso e a filo del piano di calpestio due piccoli fornici tompagnati. Tutto ciò dimostra come la città di Terlizzi, così come Andria per esempio, un tempo sorgeva a un’altitudine diversa rispetto a quella attuale poiché il piano stradale era molto più basso.

 

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