Primo pomeriggio, la campagna andriese è attraversata da auto e mezzi agricoli: ci troviamo lungo la S.P. 30 che collega Corato a Canosa di Puglia. Lungo questo tracciato che ricalca la più antica Via Traiana, sorge il sito di Masseria Tavernola.
Via Traiana da queste parti è anche sinonimo di Via Francigena, vale a dire l’itinerario seguito dai pellegrini diretti in Terra Santa, salpando dal porto di Brindisi. Masseria Tavernola oggi è ridotta un rudere alla mercé di cittadini indegni che l’hanno trasformata in discarica a cielo aperto.
Una targa ci ricorda del restauro avvenuto nel 1890, quindi un tempo c’era qualcuno che aveva a cuore questo sito: poi cosa è cambiato? Scendo dall’auto e inizio a guardarmi intorno poiché recentemente ho avuto a che fare con un branco numeroso di cani randagi.
Alla fine, gli unici esemplari a quattro zampe che presidiano il sito sono due piccoli cani meticci. Sembrano due volpini, alla fine sono anche simpatici e non abbaiano, limitandosi a guardarmi con circospezione.
C’è una porta aperta, ricordo di aver visto su un libro le immagini di un locale con la volta a botte e infatti mi sporgo per avere conferma che si tratti di quello. Dentro c’è un buio pesto e la foto non è venuta affatto bene nonostante il flash, ma provando a schiarirla si può notare la struttura del vano.
L’accostamento tra edificio abbandonato, immondizia sparsa ovunque ed automobile parcheggiata potrebbe destare sospetti, quindi ho scattato le foto senza prendermela eccessivamente comoda. Anche questa perlustrazione ha finito per lasciarmi l’amaro in bocca come per il sopralluogo all’area archeologica di Santa Barbara: visto che non c’è l’interesse a rivalutare questi siti, almeno le foto valgano da denuncia e monito.