Fotografia

Un percorso da seguire

img_5090Schiarirsi le idee, o almeno provarci. Passeggiare da soli la mattina tra le strade della città, quando molti negozi sono ancora chiusi e si sentono solo le voci di alcune donne che sull’uscio delle rispettive case chiacchierano del più e del meno. Io inseguo il silenzio e mi inoltro nei vicoli e lungo le strade desolate.

Fotografare mi diverte, mi fa rilassare, mantiene vivi i neuroni… In un anno il blog è cresciuto e come tutte le creature che crescono, finiscono anche per cambiare.

img_5107Cosa farò in futuro? Un sito internet vero e proprio e un altro filo conduttore, oppure non averne e lasciare che l’ispirazione prenda il sopravvento sulle finalità?

Lo scoprirò a breve, o forse conosco già la risposta e devo solamente voltare pagina. L’unico punto fermo sono e saranno le fotografie che per me rappresentano un inevitabile percorso da seguire, proprio come le strade in cui mi inoltro.

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Fotografia

Verso il faro: una solitudine piacevole


Non si può mai affermare di conoscere completamente una città, nemmeno la propria: a volte ci sono angoli suggestivi mai considerati prima, altre invece ci sono luoghi affascinanti ma passati del tutto inosservati. Con questa fotografia intendo chiudere idealmente una settimana dedicata al bellissimo porto di Trani, la città pugliese che più di ogni altra mi riserva sempre delle piacevoli scoperte, nonostante ci vada molto spesso.

L’ingresso nel porto è contraddistinto da due fari, uno verde e uno rosso, posti l’uno di fronte all’altro su rispettivi moli. Mentre mi avvicinavo a quello verde, ho lasciato alle mie spalle un po’ di gente: bagnanti che approfittavano della mattinata calda, pescatori solitari o in gruppo, ragazze che portavano a spasso i loro cani.

Una volta arrivato al cospetto del faro, sono rimasto completamente da solo: una sensazione piacevole se consideriamo la splendida vista sulla città e la brezza del mare.

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Fotografia, Viaggi

I silenzi di Urbino

IMG_7663Camminare per le strade deserte di Urbino, udire di tanto in tanto una voce o scorgere un passante: un silenzio e un senso di solitudine che mi hanno sorpreso. Entro nel centro storico dal Palazzo ducale rivolgendo lo sguardo in su dove il cielo è sagomato dalla mole dell’edificio.

Si ode un tuono, poi due, poi ancora un altro: piove. Sotto il portico di fianco al Duomo, un gruppo di religiosi africani intona un canto che spezza l’atmosfera irreale, propagandosi nell’aria finendo per riempire quegli spazi muti.

Prima di mescolarmi tra la gente, ho fatto un’immersione nel quadrilatero compreso fra il Palazzo ducale, l’Università degli Studi “Carlo Bo”, la chiesa di San Domenico, per poi sbucare nuovamente davanti al punto di partenza. Urbino è una città universitaria, l’inizio di agosto da questo punto di vista è un periodo morto e me ne sono accorto camminando lungo queste strade.

Il rumore dei passi è accompagnato solo dal vento che sferza i muri disegnati di edifici apparentemente abbandonati, che ritorneranno nel mondo dei vivi alla ripresa delle lezioni universitarie.

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